Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare.
(da “Il mastino dei Baskerville”)
Esistono giornate internazionali
dedicate ai grandi temi della vita, della natura, dei diritti umani, ma c'è
anche la giornata della pizza, la giornata mondiale del bacio, della pasta, la
festa del gatto, addirittura la giornata mondiale dell’emoji... e c'è lo Sherlock Holmes Day. Si festeggerà
sabato prossimo. Una data scelta poiché il 22 maggio 1859 fu il giorno in cui
nacque Arthur Conan Doyle autore dei
quattro romanzi e dei 56 racconti in cui Sherlock Holmes è il
protagonista.
La giornata è stata ideata nel 2013.
Detective flemmatico e geniale,
capace di districare i casi più difficili, Sherlock, era nato dall’immaginario dello
scrittore scozzese nel 1887. Il debutto avvenne con il racconto A study in Scarlet che fu pubblicato
da una rivista britannica la “Beeton's Christmas annual”. Nuovi
racconti furono pubblicati, anni dopo, sulla rivista “The Strand Magazine”.
Poi vennero i libri e dopo, nel 1916, uscì il primo film dedicato a Sherlock
Holmes.
Non fu facile per lo scrittore scozzese,
che proveniva da una deludente esperienza professionale (quella di medico), inventare
un personaggio così particolare. Si dice che abbia impiegato vari anni per
elaborarne le qualità, il modo di parlare, di ragionare. Una lenta gestazione
che ha però creato un capolavoro di analisi deduttiva, di ingegneria mentale. "Io sono un cervello", dice di
sé il personaggio. Ma questo personaggio -che la storica inglese Lucy
Worsley definì “uno dei primi
scienziati forensi”- è tutto frutto di fantasia? Sono due le
figure a cui si è ispirato lo scrittore: una reale, il medico chirurgo Joseph Bell, che era stato suo professore
universitario (un genio della deduzione), e il personaggio di Auguste Dupin ideato da Edgar Allan Poe e protagonista di una
serie di romanzi polizieschi, una delle letture preferite di Arthur Conan
Doyle.
essedibì