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sabato 31 dicembre 2022

Ciao, papa Benedetto

Alle 9.34 l'ultimo respiro di Papa Benedetto.  L'annuncio un'ora dopo, fatto da Radio Vaticana che ha interrotto le trasmissioni.  Benedetto XVI aveva fatto la sua ultima apparizione pubblica il primo dicembre. Poco prima di Natale le sue condizioni fisiche erano peggiorate. Mercoledì pomeriggio ha ricevuto l'unzione degli infermi. La richiesta di preghiera per lui di Papa Francesco (all'udienza della mattina) aveva fatto capire la gravitàdel momento.Qui  e qui le notizie più importanti.

Tanti fedeli piangono oggi la morte di Benedetto XVI. Quelli che hanno compreso la sua vera natura. Quelli che hanno scoperto che l'immagine che trapelava dalla stampa era solo un cliché. Molti si sono fermati  all'immagine che la stessa chiesa non ha mai smentito, per convenienza. Molto dolce, umile, capace di rafforzare nella fede, in un momento in cui la Chiesa aveva cominciato a mostrare le sue crepe, ataviche, a lungo nascoste, profonde. Ha visto il dolore, ma ha anche parlato di gioia nella fede. Il 5 gennaio l'ultimo saluto a papa Ratzinger, all'insegna della semplicità.

Per me la sua morte è un grande dolore, ma proprio grazie a quanto ha scritto e detto, e grazie ai miei passi nella fede, sento che quella gioia di cui ha sempre parlato è esplosa per lui in tripudio di luce e consolazione. Solo Dio ci conosce fino in fondo. Benedetto XVI è stato tante volte giudicato e frainteso. Per ignoranza, più che per cattiveria.

Sarebbe bello se in molti leggessero i suoi tantissimi libri. Scoprirebbero non solo un fine teologo ma un pastore molto tenero. Non è mai tardi per farlo.  

Quella sera a Napoli l'8 settembre 2004

Rimasi folgorata da una sua omelia a Napoli l'8 settembre 2004. Era venuto nella Cattedrale per ordinare vescovo mons. Bruno Forte. Parlò di Sant'Agostino, di una fede che a volte rivela progetti diversi da quelli da noi sognati, e che affidandoci a Dio, scopriamo quanto sia conforme alla nostra natura la Sua scelta. E  commentando il profeta Ezechiele (prima lettura di quella celebrazione) sottolineò come il Signore vada in cerca della pecora perduta per ricondurla all'ovile, abbia cura quella  ferita e  quella malata, quella grassa e quella forte; pascendole con giustizia. In fondo parlava anche di sé, del suo desiderio di studiare, di continuare la sua attività accademica in Germania e la chiamata di Paolo VI per farlo vescovo di Baviera. Anche nella biografia che aveva scritto in occasione del settantesimo compleanno aveva ampiamente citato S. Agostino e, verso la fine, citando i salmi 22 e 23 scrisse "Quel che Agostino scrive qui, mi è parso rappresentare il mio destino personale. il salmo, appartenente alla tradizione sapienziale, mostra la situazione di bisogno e sofferenza che è propria della fede e che deriva dall'insuccesso umano; chi sta dalla parte di Dio non sta necessariamente dalla parte del successo...stare davanti a Dio...permette di capire che la ricchezza e il successo materiale sono ultimamente irrilevanti e di riconoscere  che cosa è davvero necessario e apportatore di salvezza". E ricordando la leggenda di S. Corbiniano, del suo viaggio sull'orso verso Roma, conclude: "Sono divenuto la tua bestia da soma, e proprio così io sono vicino a te". 
Perché folgorata dalla sua omelia? Perché le sue parole mi toccarono il cuore. E hanno continuato a colpirmi e a farmi crescere nella fede, negli anni.

Cooperatore della verità fu il suo motto episcopale. E pochi sanno che le sue indagini sulla pedofilia, da prefetto della Congregazione della fede, furono sospese e che le riprese una volta diventato Papa. 

La prima denuncia pubblica, da decano del collegio cardinalizio

(...) Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).  E poi la sua preghiera: Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi.

La rinuncia al soglio pontificio: una rivoluzione silenziosa

Alla vigilia del tempo di Quaresima, il lunedì 11 febbraio del 2013 papa Benedetto davanti al collegio cardinalizio riuniti in Concistoro parla non solo delle imminenti canonizzazioni e annuncia: "Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino".


Se Giovanni Paolo II disse "Dalla croce non ci scende",  a differenza di quanto si crede Papa Benedetto, quell'11 febbraio 2013 annunciando la sua volontà di non proseguire il pontificato, è salito sulla croce. Era quella la sua Croce. Perché con il silenzio e con la preghiera (certo è più facile capirlo per un credente) ha accollato su di sé il peso della Chiesa che servito da giovane teologo progressista, da vescovo in una difficile Baviera, da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede e, per otto anni, da Papa.



Le prime parole del suo segretario personale, l'arcivescovo Georg Gänswein

 "Il Papa emerito ha detto a me e a tutti quelli che lo hanno accompagnato nelle sue ultime ore: 'per favore pregate per me'. Vorrei trasmettere questa richiesta del Papa emerito a tutti coloro che tocca la sua morte. Per me la sua morte significa una grande perdita personale. Sono profondamente grato e allo stesso tempo molto triste". 

Che messaggio ci lascia

"Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!... Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita - e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo", riporta nel libro 'Nient'altro che la verità' di Georg Gänswein e Saverio Gaeta, per le edizioni Piemme, in uscita agli inizi di gennaio.  Ci lascia anche il coraggio, l'umiltà, la fermezza nel portare avanti i valori, la capacità di mostrarsi nella sua fragilità, fino alla fine. 

L'omaggio al Papa Emerito e il suo funerale.

Il corpo di S.S. Benedetto XVI sarà nella Basilica di San Pietro dalla mattina di lunedì 2 gennaio per il saluto dei fedeli. Il 5 gennaio alle 9.30 i funerali in piazza San Pietro,  presieduti da papa Francesco. Solenni, ma sobri, come ha chiesto lo stesso Benedetto XVI. Nota anche la sua richiesta di essere tumulato laddove fu deposto dopo la morte Giovanni Paolo II.