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domenica 23 giugno 2024

Napoli ha riabbracciato Renato Zero

 Tra Renato e i napoletani c’è stato un lungo abbraccio per questo ritorno a Napoli, dopo 25 anni di assenza. Dopo anni in cui i fan lo hanno raggiunto a Roma o Eboli, finalmente l’hanno ospitato a casa. Renato è riuscito a esibirsi in piazza del Plebiscito, per due sere (quella del 21 giugno sol out in poche ore di prevendita) offrendo uno spaccato del suo repertorio, tanti successi e alcune nuove proposte tratte dal disco che ha dato nome al tour “Autoritratto”. Ma l’artista non si è solo raccontato, attraverso la musica ha anche duettato con artisti napoletani e ha offerto un finale a sorpresa che, se c’era ancora un napoletano da aggregare ai suoi sorcini, è riuscito a contagiarlo.

Il palco di fronte al Palazzo Reale, poco dopo le 21 ha acceso le sue luci per spegnerle poco prima dell’una. Una gran festa della musica, della buona musica. 
Partono le note e come non riconoscere “La favola mia", brano nato per i primi tour del cantautore romano, poi inciso nel 1978. Un bellissimo ritratto di Renato nato dalla penna di Franca Evangelisti, una delle paroliere che meglio sono entrate nell’anima dell’artista, in punta di piedi, a saccheggiarne tutta la poesia.
Poi una dopo l’altra le canzoni che hanno accompagnato la vita di almeno tre generazioni, momenti di grande intensità.
L’entusiasmo della piazza (che, forse, senza il caldo di questi giorni avrebbe manifestato ancora di più la sua  gioia) è letteralmente esploso in un’ovazione a metà del primo tempo dello spettacolo. Cori e applausi ininterrotti che hanno impedito per alcuni minuti all’interprete di continuare lo spettacolo. Tutti in piedi ad applaudire il suo talento, la sua inconfondibile voce e la sua generosità (ha sfidato il caldo umido, spendendo sul palco senza riserve le proprie energie).
Dovrebbe essere abituato a queste acclamazioni e invece, ogni volta, Renato Zero si emoziona. Lo rivela il primo piano trasmesso dagli schermi ai lati del palcoscenico. Sorridente scruta la piazza, dalla platea agli spalti. Sembra voler assorbire tutto l’affetto e la stima che c’è in quell’applauso. E poi dice: “Sono sinceramente felice di essere qui! Sappiate che vi porterò ovunque io vada voi e Napoli. Sarete sempre nel mio cuore in tutti i momenti della mia vita”.

Chi ancora si stupisce del legame dell'artista con il pubblico, in serate come queste deve solo osservare e lasciarsi contagiare. Renato Zero potrebbe cantare anche senza le suggestive scenografie messe a punto con i suoi collaboratori. L’effetto sarebbe lo stesso. E invece no. Come sa dar risalto agli artisti che chiama sul palco ad esibirsi con lui, così fa con ogni suo collaboratore. La musica – come ha spiegato presentato ogni elemento dell’orchestra e suoi coristi - diventa intesa, complicità, amicizia.

Per queste due sere del tour estivo ha riscritto in napoletano “Il carrozzone”, la canta con gli artisti che nelle due sere si alternano sul palco (Gragnaniello, Sal Da Vinci, Lina Sastri, Peppino di Capri, Angela Luce, Peppe Barra). Tra i brani, l’immancabile “Amico” è dedicata a tutti gli artisti napoletani che non ci sono più. I loro nomi appaiono, l’uno dietro l’altro. In primis c’è quello di Pino Daniele.
E ci sono le canzoni dedicate al suo pubblico, fra cui “Quel bellissimo niente” che ricorda i suoi inizi e l’affetto dei fan (“ci sei stata da sempre mia bellissima gente”).

Ma non è finita. Ecco “Il cielo”, brano composto alla chitarra quando aveva sedici anni. Una canzone che va oltre i limiti del tempo. Renato ha riproposto quel parlato scandito con lui anche dai fedelissimi («Ma che uomo sei/ Se non prendi un barattolo di vernice insieme a me/e ricominciamo a dipingere questo mondo, grigio/questo mondo, così, così stanco/dell'amore che vuoi, dell'amicizia che rincorri da sempre!/Dipingiamolo di noi, di noi zerofolli, di noi zeromatti/ A noi che basta un sorriso, una stretta di mano/ e a me che basta dirvi...vi amo!») e chiude con un altro imprevedibile omaggio: apre il mantello bianco che ha sulle spalle, si volta e mostra la serigrafia della basilica di San Francesco di Paola e tutto il porticato della piazza che vi è impresso. I fuochi pirotecnici non fanno che accendere di magia la piazza. E si torna tutti bambini pieni di stupore con il naso all’insù, mentre l’artista si allontana dietro le quinte.



Non priverà il suo pubblico della canzone diventata la dedica reciproca di un rapporto ultra cinquantennale: “I migliori anni della nostra vita”.
Ma non è ancora finita. Anche se ormai può concedersi di guadagnare anche lui l’uscita, la sua voce accompagna il defluire ordinato del pubblico.
A nessun concerto s’è vista la gente defluire verso le uscite, cantando il brano che accompagnava i titoli di coda del concerto ( per le due tappe napoletane “Tu si’ ‘na cosa grande”, brano di Modugno che Renato Zero propose e incise già nel 2000, nell’album “Tutti gli zeri del mondo”). Cantavano proprio tutti. Magia di una serata che si spera possa presto ripetersi.
A piazza del Plebiscito, come al tempo dei Festivalbar, ma finalmente con uno spettacolo dei suoi, completo, studiato nel dettaglio. Non è  nuovo Renato, come ha scritto qualcuno, ai duetti. Forse è  stato uno dei primi ad aprire ai colleghi il suo palco. 
Un grazie particolare a un artista davvero unico, nonostante tanti nuovo cantanti lo scimmiottino. 
E oggi pomeriggio al Foqus un talk con il giornalista Federico Vacalebre e il dono delle nuova maglie ai bambini della.squadra calcistica dei Quartieri spagnoli.
Renato torna presto e, come si dice (e canta) a Napoli “Sta casa aspetta a te”. Il pubblico ti ha dimostrato quanto gli sei caro.
Stefania De Bonis

venerdì 14 giugno 2024

Chi si rivede in piazza del Plebiscito: Renato Zero!!!

 

Ci siamo. Dopo tanti anni in cui chi ama le sue canzoni ha seguito i suoi concerti a Roma e a Eboli, Renato Zero torna a Napoli, in piazza del Plebiscito,  il 21 e 22 giugno, (la prima serata sold out in pochi giorni) con il concerto "Autoritratto", stesso titolo del recente lavoro discografico pubblicato lo scorso dicembre. Alcune date estive e poi a ottobre il tour dei concerti evento proseguirà.

S'inizierà alle 21 con una scaletta che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere simile a quella dei concerti della scorsa primavera che pure di sera in sera presentavano sorprese e novità. Non mancherà qualche canzone entrata nel cuore di più di una generazione, come "La favola mia". E non mancheranno "regali" ideati ad hoc per il pubblico napoletano.

Attesa anche l'esecuzione dei nuovi brani di Renato Zero, inclusi del Cd "Autoritratto", cinque dei quali già eseguiti in concerto ("Quel bellissimo niente", "L'avventuriero", "Fortunato" inediti eseguiti nel tour "ZeroSettanta" e "Zero a Zero" presentato nell'omonima serie di concerti del 2023 e "Non ti cambierei" dedicato all'amico Albano nel conserto per i suoi 80 anni). Gli altri otto brani sono nuovissimi, nati d un lavoro certosino su se stesso, sulle sue emozioni, sulla sua musica.
"Megafono io, dell'inquietudine e portatore sano di speranza e solidarietà".
Portatore inevitabilmente anche di tante emozioni una delle sue canzoni più belle di questo ultimo lavoro discografico è senza dubbio "Vita" composta da un giovane autore che sembra leggere nell'anima di Renato Zero, Lorenzo Vizzini . Non resta che attendere le sue sorprese. Stasera, intanto, i suoi concerti estivi si aprono a Bari.    
                                                                                                                                       Stefania De Bonis
 



 

sabato 29 aprile 2023

Renato Zero. Un pareggio che sa di vittoria

A Roma, in questi giorni, sta per concludersi “Zero A Zero. Una sfida in musica”, il tour che ha confermato (se ce ne fosse stato bisogno) i pregi di Renato Zero, artista che sa rinnovarsi e stupire senza rinnegare sé stesso. Abiti di scena nuovi che giocano con il bianco e il nero delle due anime racchiuse in lui e che si uniscono alla moltitudine di costumi di scena, colorati e luccicanti, che mostra in un video, a sul finale, per un colpo d’occhio su uno spicchio della sua carriera.

Renato Zero è un artista che ha resistito agli assalti del tempo e delle mode, anche perché è stato più veloce di loro. Sempre avanti coi tempi. È l’immagine della libertà tradotta in musica, ma dietro (e si vede) c’è tanta professionalità. Perla rara al tempo di oggi. Di sé confessa, cantando, di essere “solo più esperto e maturo di ieri”. Lo fa nel delizioso duetto dal palco, vestito di nero, con Zero in video, truccato e vestito di bianco. “Zero a Zero” è il brano inedito in cui le due anime “duellanti”, una grintosa, l’altra istintiva, comprendono di non poter fare a meno l’una dell’altra. Ognuna con il proprio spazio di libertà e creatività, condividendo il grande amore per la vita.


In giro dal 7 marzo scorso Renato Zero ha portato nei vari Palazzetti dello Sport. Quasi tutte le date sold out, tutto esaurito. Le sue tappe romane e, sicuramente, il concerto conclusivo del 4 maggio saranno lo zenit dell’emozione. E tanta ne ha sparsa e ne ha raccolta per tutta l’Italia.

 UN REPERTORIO VARIO E AMATISSIMO

Spettatrice di una straordinaria serata al Palasele di Eboli il 23 aprile scorso, provo a fissare alcuni momenti del concerto in cui Renato Zero ha coinvolto, intrattenuto, bacchettato e, soprattutto, interpretato le sue canzoni (circa trenta, se si contano anche i video e i medley) con una voce potente, chiara, inconfondibile. Fare una cronaca delle tre ore è difficile: uno spettacolo di Renato Zero va vissuto, non raccontato. Anche chi non è sorcino o zerofolle, alla fine se ne rende conto.

Un’onda di entusiasmo per tre ore, sin dalle note di “Quel bellissimo niente”, brano dedicato al suo pubblico, e introdotto dall’ormai mitico conto alla rovescia che dà il via allo spettacolo. Poco prima dell’ingresso di Renato Zero sul palcoscenico, pronto a raccogliere l’applauso e l’ “abbraccio” del suo pubblico, tanti piccoli biglietti (su cui è stampato testo della canzone) sono “sparati” in platea.


L’ossatura dello spettacolo:
una sfida musicale
 


Scorrono, una dietro l’altra le più belle canzoni del repertorio dell’artista. Sono i brani che descrivono quella sfida perenne, fra la natura esuberante e provocatoria e quella più sensibile e riflessiva. Da “Io uguale io” a “Vivo” e a una magnifica “La Favola mia” (interpretata mentre dietro spalle di Renato Zero sono proiettate le immagini degli spettacoli che dagli anni Settanta ad oggi ha portato in giro per l’Italia). Quasi nessuno resta deluso. Ci sono i successi più amati: “Inventi”, “Rivoluzione”, “Via dei Martiri”, “Svegliatevi poeti”, l’acclamatissima “Spiagge”, “Nei giardini che nessuno sa”, “Fortuna”, “Più su”, “A braccia aperte”. Ed ecco il medley con Siamo eroi / Artisti / Sogni di latta / Dimmi chi dorme accanto a me…Applauditissimo. Si diverte Renato, accenna passi di danza e gioca intonando i due brani più ironici: “Ufficio reclami” e il più recente “Troppi cantanti pochi contanti” (tratto dal trittico musicale ZeroSettata del 2020).

EMOZIONI CONDIVISE IN MUSICA 

In ogni canzone qualcuno riconosce una parte di sé o il ricordo di un momento vissuto. La voce di Renato Zero tocca ogni corda delle emozioni. Forse il segreto è questo: non si canta insieme una canzone che piace, ma si canta insieme un’emozione condivisa. Così “Amico” diventa una struggente dedica a tutti gli amici volati via, da Ennio Morricone a Raffaella Carrà, da Carla Fracci a Claudia Arvati, da Pino Daniele a Gigi Proietti. Non fa in tempo a inserire il nome di Federico Salvatore fra i nomi che scorrono sullo schermo alle sue spalle ma lo cita alla fine invitando all’applauso.

RENATO E CHARLOT

Uno dei momenti più belli, oltre all’esecuzione di “Più su”, è la versione di “Magari”, proposta, come lo scorso settembre, da Renato Zero, seduto su una panchina con la flebile luce di un lampione alle sue spalle e pochi spot a illuminare il palco. Un’armonia di immagini (sullo schermo con il tenero incontro fra Charlot e la fioraia cieca, dal film “Luci della città”), musica e voce che sembrano trascinare improvvisamente in una sala cinematografica d’altri tempi. È la magia che sa creare! È l’arte che, come disse Charlie Chaplin non può vivere senza il sentimento.

TRA IL PUBBLICO

Arriva “Cercami”, che Renato Zero intona con il pubblico, scendendo dal palco fra la gente che, imprudentemente, gli corre incontro costringendolo a tornare su suoi passi. Sarebbe bello invece che ciascuno rimanesse al proprio posto, lasciando l’artista libero di muoversi come desidera. Così come sarebbe bello ascoltare alcune canzoni intonate soltanto da lui. Perché pur interpretandole in modo diverso, negli anni, Renato Zero non è di quei cantanti che stravolgono i brani con i virtuosismi e acuti improbabili. Piuttosto sceglie di farsi accompagnare soltanto dal maestro Danilo Madonia, al pianoforte e proporre un’intensa interpretazione di “Marciapiedi”, “l’università” da lui frequentata.

C’E’ SEMPRE UNA SORPRESA

La scaletta proposta ha spesso variazioni. Ha fatto il suo ingresso un brano che spesso Renato inserisce nei medley o interpreta interamente, come accadde in “Zerowskji”: è “Potrebbe essere Dio”. Dietro i interpretandola con un volto di Gesù coronato di spine proiettato sullo schermo. Renato Zero ha presentato i ragazzi della band e del coro; ha poi invitato coristi, “i Wacciuari”, a intonare “Triangolo” (alla loro voce si univa quella registrata di Claudia Arvati, scomparsa recentemente). Il brano “I migliori anni della nostra vita” è invece introdotta da un video interpretato da Emilcoro e arrangiata dal musicista Massimo Zanotti. Renato Zero spunta verso la fine per cantare con il pubblico il ritornello di una canzone divenuta ormai il simbolo della sintonia con “la sua bellissima gente”.

GLI OCCHI PUNTATI AL CIELO

I punti fermi che sempre hanno orientato e sostenuto la sua vita di uomo e di artista, sono riassunti in un brano che non invecchierà mai: “Il cielo”, che Renato ripropone nella sua prima versione, con tanto di manto azzurro che i ragazzi del corpo di ballo lasciano scorrere sul capo dei sorcini in platea. Anche questi ragazzi, guidati dal coreografo Kristian Cellini, hanno contribuito alla “confezione” di uno spettacolo senza sbavature. Armonioso e partecipato. L’ entusiasmo di coristi, ballerini e musicisti si rivela anche dai loro messaggi suoi social in cui propongono qualche fotogramma, un momento di relax e il ringraziamento per l’opportunità avuta di lavorare in questo tour.
In sottofondo, il brano “Fortunato”, proposto per la prima volta lo scorso settembre al Circo Massimo, accompagna il pubblico di sorcini e neofiti (tanti e di tutte le età) verso l’uscita. Lo spettacolo è finito ma già si pensa a come sarà il prossimo. Ad ogni tappa, dalle sue pagine social, Renato Zero ha rivolto un saluto e un ringraziamento a ciascuna città che l’ha ospitato. E la promessa di un ritorno.

Stefania De Bonis

venerdì 30 settembre 2022

Buon compleanno a Renato Zero ... "Una pioggia di champagne"

E c'è chi intinge la penna nel cuore.

Scrive ogni canzone
come una lettera d'amore, 
una carezza
per chi la può capire, 
per chi sa condividerla
per chi la sa apprezzare
e per chi ne ha bisogno.
È la magia di chi sa riconoscersi e volersi bene.
È la magia di Renato Zero.

Buon compleanno RENATO!!!!


  

MUSICA ED EMOZIONE

 La pioggia di stanotte sembra aver rafforzato (seppure ce ne fosse stato bisogno) il legame fra Renato e il suo pubblico. Rimasti sotto il diluvio fino all'interruzione dovuta per motivi di sicurezza e di ko delle strumentazioni. Nonostante la pioggia Renato Zero (bagnato, ironico e inarrestabile) e l'immensa platea di romani e no, giunti al Circo Massimo per festeggiarlo non avrebbero messo fine alla serata. Tantissimi i messaggi, i video, le foto sui social. Prevale fra tutti la gioia di un incontro dopo due anni di silenzio forzato. Renato Zero ha provato a scherzare: Non è pioggia, ma champagne... Ma, soprattutto, resta l'emozione per il rammarico, le lacrime e le parole dell'artista a fine spettacolo. Domani l'ultima data. Ma sembra che il prossimo inverno possa cominciare un tour in vari Palazzetti dello Sport.

Vedi anche notizia sul Corriere della Sera