Per chi ama la musica, quest'artista (che ha tanto ancora da dire e, mi permetto, da insegnare), il teatro e la danza, questo è un appuntamento da non perdere (mercoledì 26 ottobre e 2 novembre su Canale 5 ore 21,15).
Per chi ama la musica, quest'artista (che ha tanto ancora da dire e, mi permetto, da insegnare), il teatro e la danza, questo è un appuntamento da non perdere (mercoledì 26 ottobre e 2 novembre su Canale 5 ore 21,15).
La pioggia di stanotte sembra aver rafforzato (seppure ce ne fosse stato bisogno) il legame fra Renato e il suo pubblico. Rimasti sotto il diluvio fino all'interruzione dovuta per motivi di sicurezza e di ko delle strumentazioni. Nonostante la pioggia Renato Zero (bagnato, ironico e inarrestabile) e l'immensa platea di romani e no, giunti al Circo Massimo per festeggiarlo non avrebbero messo fine alla serata. Tantissimi i messaggi, i video, le foto sui social. Prevale fra tutti la gioia di un incontro dopo due anni di silenzio forzato. Renato Zero ha provato a scherzare: Non è pioggia, ma champagne... Ma, soprattutto, resta l'emozione per il rammarico, le lacrime e le parole dell'artista a fine spettacolo. Domani l'ultima data. Ma sembra che il prossimo inverno possa cominciare un tour in vari Palazzetti dello Sport.
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L’attesa era tanta. Poi il 23 settembre l’esordio di Zerosettanta, prima di sei date, tutte sold out. Fino al primo ottobre arriveranno quasi in centomila al Circo Massimo per il loro idolo. Romani, sì, ma non solo. Sono arrivati e arriveranno da Milano, Bergamo, Venezia, Brindisi, Taranto, Napoli… Qualcuno ha biglietti per più di una data. Niente li ferma.
Lui, Renato Zero, sa come accoglierli. Dai due maxi schermi appare il suo primo piano che rivela la sua gioia di essere di nuovo sul palco. È un vulcano. Coinvolge, emoziona e sorprende. Grintoso, ironico, dolce e generoso, duetta con i suoi ospiti e con la platea. Accenna passi di danza e gioca coi colori dei suoi abiti e della bombetta. Un vero istrione. Nel tempo ha voluto portare sul palco, il manichino, la maschera, il Pierrot, il poeta, canzoni ironiche, scanzonate e pezzi che calavano nella musica ferite, solitudini e contraddizioni della quotidianità. In tanti hanno riconosciuto le proprie fragilità. In tanti si sono sentiti rappresentati. Non è fanatismo (o lo è per pochissimi). Renato e il suo pubblico si comprendono.
Poteva fermarsi qui? Per questo concerto al Circo Massimo Renato fa di più: regala tre inediti. Il primo, “Quel bellissimo niente” apre il concerto (“Quante vite mi hai lasciato vivere. Ci sei stata sempre, mia bellissima gente. Abbi cura di te. E di me…”), è dedicato ai sorcini. Alla fine del brano tanti cartoncini con il testo vengono “sparati” sulla platea, come coriandoli. Poi c’è “l’Avventuriero” sul senso del suo viaggiare nel tempo e nella musica. L’ultimo brano, alla fine del concerto. E c’è “Fortunato”, bilancio in musica dell’artista e dell’uomo, che insegna a guardare le cose con uno sguardo diverso, positivo.
Tutto è studiato nel minimo dettaglio e alcune interpretazioni delle oltre trenta proposte sono corredate da effetti speciali, video suggestivi, amarcord. Il cambio d’abito è sottolineato da stacchi musicali, esibizioni di un affiatato corpo di ballo. Le coreografie sono di Kristian Cellini. Accompagnano l’artista nelle sue esibizioni l’orchestra Filarmonica della Franciacorta (50 elementi), diretta dal maestro Adriano Pennino, una band di 7 musicisti e otto coristi.
Sabato 24 c’è stato sulle note di “Dormono tutti”, anche un omaggio a Carla Fracci l’indimenticabile étoile amica di Renato Zero che partecipò a Cantiere Fonopoli. Tanta emozione durante l’esecuzione di “Nei giardini che nessuno sa”, “Qualcuno mi renda l’anima (coraggioso e intenso brano del 1974 sulla pedofilia) e “I migliori anni della nostra vita”. Particolarmente suggestiva è la versione di “Magari” che Zero interpreta seduto su una panchina. Si vede scorrere su uno schermo alle sue spalle le sequenze finali di un film di Charlie Chaplin, "Luci della città".
Non voglio rivelare oltre, perché Renato Zero ha ancora sorprese anche per chi non potrà assistere a questa festa romana. Le telecamere stanno registrando tanto materiale, che sarà poi montato, supervisionato dall’artista e presto trasmesso in tv. Per ora ci si accontenta dei social e di qualche servizio televisivo
E mentre il tempo scorre fra “Niente trucco stasera” e l’“Amore sublime”, “Spiagge” e “Resisti”, “Amico” e “A braccia aperte” sul palco si avvicendano gli ospiti (ci sono stati Albano, J-Ax, Alex Britti, Sal Da Vinci, Diodato, Jovanotti, Morgan, Fabrizio Moro, I Neri per Caso, Giorgio Panariello, Giacomo Voli, Sonia Mosca) che cantano i successi di Renato, duettando con lui.
Un concerto nella sua Roma è qualcosa di spettacolare, che fa sentire a casa anche chi è lì per accompagnare la moglie, la mamma o un gruppo di amici. Li vedi inizialmente silenziosi e poi si confondono fra le persone che cantano a squarciagola. E ti vien voglia di punzecchiarli (Ah, ma allora le conoscevi pure tu queste canzoni?!).
E quando le luci si spengono e una fiumana di persone con bandane, sciarpe e felpe con il logo del concerto si avvia verso viale Aventino, la musica non è finita. Dai bar ancora aperti arrivano le canzoni di Renato. Poi ti guardi intono e, nonostante il caos delle auto fermate per contenere il traffico durante il concerto, vedi i monumenti illuminati nella notte e non vorresti andar più via.