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domenica 7 maggio 2023

I Comizi d'amore di Vincenzo Incenzo

Nel panorama della musica italiana si affaccia con una nuova proposta musicale un autore molto prolifico: Vincenzo Incenzo. Da poco è uscito, infatti, “Comizi d’amore”, un album live acustico, il cui titolo è un omaggio a Pier Paolo Pasolini che nel 1965 (anno della nascita di Vincenzo Incenso) realizzò il documentario in cui coinvolse, intervistandoli, personaggi famosi sul tema dell’amore e della sessualità. Quel “Comizi d’amore” fu la radiografia di un’Italia spaccata a metà fra un Nord disinvolto e un meridione pieno di paure e tabù. 
Artista poliedrico (autore di canzoni, musical, libri) regista, pittore,  ripercorre in questo nuovo impegno musicale le tappe più significative della sua produzione. I suoi comizi musicali. E’ il suo marchio cantare l’amore e i valori in cui crede con la stessa passione.  

Autore e compositore apprezzato (11 edizioni di Sanremo) Incenso propone assieme al suo repertorio, sia brani scritti con Sergio Endrigo, Michele Zarrillo, Antonello Venditti, Lucio Dalla e Renato Zero (e da loro portati al successo) sia quelli interpretati da altri artisti (Tosca, Franco Califano, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Albano).

La scelta di un’ esecuzione acustica esalta le melodie e la voce. L’effetto è emozionante. Incenzo, interpreta brano dopo brano come se ti facesse ascoltare qualcosa che sta componendo in quell’istante, mettendo nelle note e nel timbro della voce l’intensità e l’emozione che l’hanno fatto nascere. Penso alla bellissima “Il primo giorno dell’estate”, a “L’impossibile vivere” (composta da Renato Zero e musicata da Incenzo) o a “La canzone per te” fino all’inedito che dà il nome all’album “Comizi d’amore”, che definisce  “una dedica appassionata e struggente d’amore e di impegno civile”. 

Chi gli ha dato giustamente il coraggio di proporsi anche come interprete è stato proprio Renato Zero, con il quale cominciò una collaborazione artistica nel 1998, che tuttora prosegue. Fra l’altro Incenzo è il direttore di Infonopoli, l’organo di stampa dell’Associazione culturale “Fonopoli”, prima pietra di quel sogno, mai abbandonato da Renato Zero di creare una città della musica e dell’arte. Suo anche il libro “La nostra storia” in cui racconta la carriera di Renato Zero, sbirciando con delicatezza tra prove, esibizioni e privato. E una originale storia della musica italiana, attraverso i testi delle canzoni (“La canzone in cui viviamo”). 
L'anno scorso Incenzo si è esibito anche qui a Napoli e alla nostra città ha dedicato lo spettacolo teatrale "ROSSO NAPOLETANO. Quattro giornate d'amore", che ha definito "il canto di libertà di un popolo che armato solo del suo orgoglio e della sua geniale creatività, ispirato dalla forza inarrestabile del suo Vulcano, durante le Quattro Giornate di Napoli insorse contro l’oppressione per salvare i suoi figli e la sua ricca e gioiosa identità". A suo modo è un vulcano anche lui.

Stefania De Bonis

lunedì 18 aprile 2022

Il nuovo lavoro musicale di Renato Zero




Ha voltato un’altra pagina del voluminoso, colorato e ricco libro della propria carriera. Dopo il triplice cd ZeroSettanta ecco il nuovo progetto discografico ed editoriale. È musica sacra: “Atto di Fede - musiche e liriche di Renato Zero”. Il lavoro consta di due cd, posti alla fine di un libro che ne raccoglie i testi, la dedica dell’artista e i ringraziamenti a tutti coloro che nella sua vita sono stati e sono importanti.
C’è Renato, con il suo stile. Non c’è il suo inconfondibile repertorio, ma questo progetto vibra della sua anima, forte e fragile, della sua ricerca di infinito e di libertà. Renato Zero guarda in alto. “Atto di fede”, l’ha detto lui stesso nella conferenza stampa lo scorso 6 aprile, è una proposta coraggiosa, una sfida. Si dice che chi vive una forte esperienza di fede senta anche il pressante il bisogno di comunicarla. E l’artista ha i mezzi per farlo: la musica, la sensibilità e quell’inquietudine che lo ha sempre portato a una ricerca incessante dentro sé e attorno a sé.

Il ragazzo di 70 anni ha coraggiosamente mostrato una parte del suo mondo interiore, facendo comprendere che il colloquio con Dio è certamente intimo, personale, ma che la fede va condivisa. A questo proposito la lettera introduttiva di Renato aiuta a metterci nella sua prospettiva e a pensare a Dio come a un padre accogliente. Certo, per chi ha avuto un’esperienza di paternità accogliente, protettiva, incoraggiante (come ammette lo stesso autore ogni volta che parla del papà) immaginare un Dio-Padre è più facile; ma ci sono molti modi per conoscerLo ("Parla con Dio") ed esserGli riconoscente ("Grazie Signore").

E Renato Zero ha voluto raccontare, soprattutto, quello che Dio ha messo nel nostro cuore e intorno a noi. Ecco perché le lettere che precedono ogni brano, introducendone il tema, sono tasselli che, anche se non parlano di Dio, compongono comunque quel mosaico sacro della vita che l’artista romano ha voluto mettere in musica. Già ha sfiorato questi argomenti con la Vita è un dono e, soprattutto, con Nei giardini che nessuno sa (a quest’ultima canzone ha fatto riferimento lo stesso Zero in conferenza stampa). L’ “Atto di fede” che il suo autore ha definito un modo di “accarezzare Dio” è rivolto a tutti coloro che cercano un senso, che hanno vissuto con sgomento e paura questi ultimi due anni o qualche assenza improvvisa nella loro vita.

La Coralità: lettere e liriche

È il grande pregio di questo lavoro artistico, che non parla di valori senza condividerli. C’è un tema assegnato da Zero a 15 amici o, come li definisce, “apostoli della comunicazione”. Nomi noti, pescati nel mondo del giornalismo, della chiesa, della politica, della filosofia, dello sport, dell’editoria, dello spettacolo…

Tranne che in due casi (e nelle lettere scritte dallo stesso Renato), non sono loro a leggere la propria lettera. Pur comprendendo l’intento dell’autore di creare una condivisione, con l’intervento di sei voci narranti, quasi a creare una rappresentazione scenica, qualche volta la voce narrante è troppo impostata nella recita. Più intensi e coinvolgenti sono i brani letti dai loro autori.

Vincente l’idea di raccogliere tutto in un libro: permette di leggere, lettere e testo delle canzoni, come un tutt’uno. La parola scava dentro. L’ascolto porta in un’altra dimensione.

I 19 brani inediti scritti da Renato Zero non sono interpretati tutti dall’autore. L’artista (con la sua inconfondibile voce profonda che riesce a passare da note basse a toni molto alti ed estesi) non gioca a essere assoluto padrone della scena: fa un passo indietro e sceglie di accostare alla propria quelle voci che meglio riescono a riprodurre le emozioni che ha voluto stanare dall’anima. Lo affiancano - e cantano anche da solisti - tre giovani interpreti con bellissime voci che ben si coniugano con quella di Renato Zero, quando cantano insieme. Sono Giacomo Voli, vincitore di All Together Now, Lorenzo Licitra, vincitore dell’edizione 2017 di X Factor e Manuele Murè.

I temi.

Diciannove lettere, 19 brani musicali e una bellissima, nuova versione di “Ave Maria” che l’artista presentò nel 1993 a Sanremo. Uno stimolo dietro l’altro che inducono a riflettere, sulla vita, sul perdono, sugli abbandoni, sui viaggi, sulle assenze, sulla donna, sulla paternità, sulla natura, sulla giustizia…E spicca un piccolo capolavoro di poesia “Padre mio” interpretato a due voci da Lorenzo Licitra e Manuele Murè: un Gesù Bambino e un Gesù adulto a colloquio con il Padre. Il brano è introdotto dalla lettera di Aldo Cazzullo. Il tema della giustizia è affidato al filosofo e politico comunista Mario Tronti (la nonna di Renato era sorella del padre), che scrive “Giustizia non ci sarà senza fratellanza” e il difficile tema della morte a Walter Veltroni (“La morte ci deve prendere sempre, mentre godiamo la bellezza di una vita che va assaporata e non divorata, va goduta e non consumata febbrilmente”).

Coro, musicisti e orchestra

Per quest’opera di arte sacra Renato Zero ha scelto il Coro Internazionale dell'Orchestra Filarmonica della Franciacorta e il coro di voci bianche dellIstituto Madonna della Neve di Adro. L’arrangiamento d’orchestra è del maestro Adriano Pennino. L’esecuzione musicale è stata affidata alla Budapest Art Orchestra diretta da Andras Deak, e ai solisti Stefano Di Battista (sassofono) e Andrea Griminelli (flauto) che accompagnano la lettura di alcuni brani.

Dopo i quattro concerti di settembre Renato Zero lavorerà a una versione di “Atto di fede” per i teatri lirici? Per ora chiude la sua opera editoriale con una pagina a specchio che chiede: Rifletti?





mercoledì 6 aprile 2022

Bentornato Renato! Il libro, i cd e 4 concerti

 Svelato mercoledì 6 aprile, con una conferenza stampa dell'artista romano, l'approdo del countdown cominciato più di due settimane fa da Renato Zero sulle pagine dei suoi social: l' 8 aprile uscirà il suo nuovo doppio album (19 brani inediti) e libro dal titolo "Atto di fede" poi  finalmente anche i concerti (23,24,25 e 30 settembre), al Circo Massimo di Roma (biglietti in prevendita da lunedì 11 aprile), per festeggiare tre compleanni in uno (guarda qui il video che l'artista ha presentato sui suoi social). Aspettavamo in tanti questa  sorpresa. Oggi per molti è stata una giornata emozionante. La grande famiglia dei sorcini in festa.
Ritornerò a scrivere di questa novità discografica, dell'artista che con la sua sensibilità, i suoi testi, la sua voce e il suo coraggio ha arricchito la musica italiana e la vita di tante persone. Al prossimo post, dopo l'ascolto del disco. 

mercoledì 9 dicembre 2020

Renato Zero, un artista sempreverde

Mai banale e soprattutto fedele a se stesso. Renato Zero raccoglie i frutti di un impegno discografico non irrilevante, svolto durante l'inizio della pandemia. A poco più di una settimana dall'uscita dell'ultimo cd, infatti, la trilogia "Zerosettanta" risulta in vetta alle classifiche di vendita. E lo è nonostante le difficoltà di distribuzione in alcune zone d'Italia (negozi chiusi e spedizioni più lente). 
Dei suoi esordi, l'artista romano ha  conservato quella capacità di sottolineare stati d'animo personali e "assorbiti" guardandosi attorno, con un' empatia che ne ha fatto, negli anni, un personaggio unico e molto amato. Dolce e folle, geniale e stravagante, ironico e con quella polemica del "quanno ce vò, ce vò'", Renato Zero riesce sempre a stupire ed è capace di emozionarsi, come se fosse sempre al debutto. 
L’isolamento forzato della scorsa primavera, che in tanti ha creato disagio, anziché affievolire la sua creatività gli ha dato una maggiore energia. La prova è in questa trilogia di inediti, con i cui profitti l'artista romano darà una mano a tutti quei tecnici che hanno lavorato dietro le quinte con lui e che sono stati penalizzati da questo periodo di emergenza sanitaria. Una bella scommessa, ma il risultato gli ha dato ragione. 
E' un gran bel disco, anzi sono tre bei dischi. Tra gli ultimi da lui incisi è quello che offre a chi ascolta la possibilità di riconoscersi e di riflettere anche su temi importanti. Si parla molto della terra, per esempio.
Lavorando con vecchi e nuovi collaboratori, Renato Zero ha offerto una gamma di sonorità e di suggestioni capaci di emozionare ("Il linguaggio della terra", "Seduto sulla Luna", "Più amore", "E' l'età", "L'amore sublime", “Il grande incantesimo” "Orfani di cielo", "Se sono qui"...), divertire ("Basta cantanti pochi contanti", "Finalmente te ne vai") e ha riproposto con energia quegli ideali che hanno costellato il suo repertorio ("Chiedi scusa", "Gli ultimi", Vergognatevi voi", "Nemico caro", "Un mondo perfetto") e che non sempre la critica ha saputo riconoscere come brani di denuncia, al pari di brani di altri cantautori.
 Protagonisti i testi (degna di nota la  collaborazione con un bravissimo Lorenzo Vizzini) e soprattutto la musica, anzi la melodia che, come canta nel primo brano del cd n.1 "Amara melodia",  è ferita, messa in secondo piano ("la musica vera non si scrive più"). 
Ottimo interprete (l'apertura del cd n. 3 è da pelle d'oca) oltre che cantautore, Renato Zero è uno che ha - tanto per citarlo - "il coraggio delle idee", capace di stare con i piedi per terra, ma di essere ancora un sognatore senza età, a dispetto dell'anagrafe.
L'ultimo brano del Cd n.3, "Seduto sulla luna", scritto da Claudio Mattone, sembra proprio tracciarne l'identikit: in fondo quel Renato a cui siamo affezionati è ancora il Pierrot romantico sognatore, ferito e rigenerato dalla musica ed è il guerriero dal volto di ragazzo (che ricorda il periodo in cui cantava "Fantasia") che ha disegnato Valeria Corvino, la pittrice napoletana autrice delle copertine dei tre cd e del cofanetto che li contiene.

"Zerosettanta" è una trilogia, davvero molto bella, convincerà anche chi non segue l'artista con costanza, ma che ama la buona musica. E' la proposta di un artista capace di rinnovarsi, senza tradirsi. Il segreto è tracciato in un percorso di poco più di cinquant'anni che hanno visto l'artista - e come dice lui, il suo doppio, il folle Zero - dare pennellate di colore a questo mondo grigio ...
Stefania De Bonis