mercoledì 9 dicembre 2020

Renato Zero, un artista sempreverde

Mai banale e soprattutto fedele a se stesso. Renato Zero raccoglie i frutti di un impegno discografico non irrilevante, svolto durante l'inizio della pandemia. A poco più di una settimana dall'uscita dell'ultimo cd, infatti, la trilogia "Zerosettanta" risulta in vetta alle classifiche di vendita. E lo è nonostante le difficoltà di distribuzione in alcune zone d'Italia (negozi chiusi e spedizioni più lente). 
Dei suoi esordi, l'artista romano ha  conservato quella capacità di sottolineare stati d'animo personali e "assorbiti" guardandosi attorno, con un' empatia che ne ha fatto, negli anni, un personaggio unico e molto amato. Dolce e folle, geniale e stravagante, ironico e con quella polemica del "quanno ce vò, ce vò'", Renato Zero riesce sempre a stupire ed è capace di emozionarsi, come se fosse sempre al debutto. 
L’isolamento forzato della scorsa primavera, che in tanti ha creato disagio, anziché affievolire la sua creatività gli ha dato una maggiore energia. La prova è in questa trilogia di inediti, con i cui profitti l'artista romano darà una mano a tutti quei tecnici che hanno lavorato dietro le quinte con lui e che sono stati penalizzati da questo periodo di emergenza sanitaria. Una bella scommessa, ma il risultato gli ha dato ragione. 
E' un gran bel disco, anzi sono tre bei dischi. Tra gli ultimi da lui incisi è quello che offre a chi ascolta la possibilità di riconoscersi e di riflettere anche su temi importanti. Si parla molto della terra, per esempio.
Lavorando con vecchi e nuovi collaboratori, Renato Zero ha offerto una gamma di sonorità e di suggestioni capaci di emozionare ("Il linguaggio della terra", "Seduto sulla Luna", "Più amore", "E' l'età", "L'amore sublime", “Il grande incantesimo” "Orfani di cielo", "Se sono qui"...), divertire ("Basta cantanti pochi contanti", "Finalmente te ne vai") e ha riproposto con energia quegli ideali che hanno costellato il suo repertorio ("Chiedi scusa", "Gli ultimi", Vergognatevi voi", "Nemico caro", "Un mondo perfetto") e che non sempre la critica ha saputo riconoscere come brani di denuncia, al pari di brani di altri cantautori.
 Protagonisti i testi (degna di nota la  collaborazione con un bravissimo Lorenzo Vizzini) e soprattutto la musica, anzi la melodia che, come canta nel primo brano del cd n.1 "Amara melodia",  è ferita, messa in secondo piano ("la musica vera non si scrive più"). 
Ottimo interprete (l'apertura del cd n. 3 è da pelle d'oca) oltre che cantautore, Renato Zero è uno che ha - tanto per citarlo - "il coraggio delle idee", capace di stare con i piedi per terra, ma di essere ancora un sognatore senza età, a dispetto dell'anagrafe.
L'ultimo brano del Cd n.3, "Seduto sulla luna", scritto da Claudio Mattone, sembra proprio tracciarne l'identikit: in fondo quel Renato a cui siamo affezionati è ancora il Pierrot romantico sognatore, ferito e rigenerato dalla musica ed è il guerriero dal volto di ragazzo (che ricorda il periodo in cui cantava "Fantasia") che ha disegnato Valeria Corvino, la pittrice napoletana autrice delle copertine dei tre cd e del cofanetto che li contiene.

"Zerosettanta" è una trilogia, davvero molto bella, convincerà anche chi non segue l'artista con costanza, ma che ama la buona musica. E' la proposta di un artista capace di rinnovarsi, senza tradirsi. Il segreto è tracciato in un percorso di poco più di cinquant'anni che hanno visto l'artista - e come dice lui, il suo doppio, il folle Zero - dare pennellate di colore a questo mondo grigio ...
Stefania De Bonis