Se qualcuno mi chiedesse un consiglio su un libro da regalare, direi Aranciomare
di Antonella Palmieri (casa editrice Terra Somnia).
Non per l’amicizia che mi lega all’autrice dai tempi
della scuola, ma perché Antonella, architetto molto apprezzata nel
proprio ambiente professionale si rivela una scrittrice originale, dalla
scrittura fresca e visionaria.
Aranciomare non è un romanzo d'esordio (segue la bella e suggestiva storia di “Zigomi alti come scogli” e la favola “Il respiro del bosco” scritta nel 2007). E' un romanzo sospeso fra sentimenti e memoria, in cui si respira un senso di libertà, a volte rincorsa altre volte presa di forza e con coraggio. Al centro la storia di un incontro fra un giovane artista e una matura, misteriosa cucitrice. Intorno a loro s’irradiano tante altre vite, tanti personaggi che potrebbero sembrare comparse, ma che in realtà hanno tutti un ruolo, sono tutti un tassello di una grande bellissima storia.
La “penna” di Antonella Palmieri si muove con grande disinvoltura nel
descrivere il mondo della sartoria. Prima di portare a termine la sua storia ha
voluto sapere tutto di stoffe e del suono che producono sotto la lama della
forbice, e della sensazione tattile che danno la seta, il raso, il lino,
l’organza, il taffettà, il tulle…. E i loro colori, le varie tonalità (esistono
ottanta toni di rosa e centro gradazioni di azzurro).
Così ha potuto scrivere che “la tenacia e la conoscenza dei materiali ti aiuteranno
a rispondere sempre nel modo giusto”. Vale per chi cuce, per chi progetta, per
chiunque di noi. Nulla dev’essere approssimativo. Come la sua scrittura; “Ho
studiato tutto, dice Antonella Palmieri, persino il tipo di bicchieri che la
donna metteva a tavola. Visualizzavo tutto. Non potevo dare al lettore una cosa
che non mi piaceva”.
E certamente si sarà immersa nel passato della sua protagonista, lo sfondo
della seconda guerra mondiale, i bombardamenti, la paura e la solidarietà della
gente. Antonella ha ascoltato il racconto di chi ha vissuto la guerra e ne ha
fatto tesoro, al punto da proiettare il lettore proprio in quelle atmosfere e
in questi stati d’animo, come se ne fosse stata lei stessa testimone.
La sua protagonista, una donna senza età (perché, in fondo, l’anagrafe a volte
è assai beffarda, chiude in un corpo che denuncia i suoi limiti un’anima
entusiasta della vita e scalpitante) è un esempio di femminilità libera, forte.
“Diventare molto brava fu un atto di libertà”: è uno dei segreti che rivela al
suo giovane interlocutore.
Aranciomare è il colore dello scialle, tinto proprio con polvere di
corallo, che indossa con piacere (“perché è bello avvolgersi in uno scialle”),.
E’ il colore che dà luce alla sua vita, ai suoi occhi blu e al suo incarnato.
Lui è stregato dalla sua personalità, a volte ne è impaurito. Ma impara ad
amarla o almeno crede. Non conta l’età. Valgono le aspettative, l’essere
sinceri con se stessi e con l’altro. E’ importante condividere. Così la storia
è anche una reciproca ricerca, nei sentimenti, fra i tessuti e loro colori, nel
passato e nei sogni realizzati o disattesi. E mentre il lettore presume di aver
indovinato l’epilogo, la donna senz’età lo stupirà ancora.
(Stefania de Bonis)