Gli sguardi di molti cittadini e turisti napoletani, credenti o no, sono attratti dal grande manifesto che riproduce la “Flagellazione”, il dipinto di Caravaggio, in mostra come altre opere di Michelangelo Merisi (Caravaggio) nel Palazzo Reale di Napoli ( 700 metri quadri del piano nobile, uno spazio che finora era stato chiuso al pubblico). La figura che rappresenta Cristo alla colonna, ci introduce per un attimo in quella scena, difronte al suo silenzioso reclinare il capo, sotto i colpi, e la violenza dei due che sfogano su di lui la rabbia e le frustrazioni represse. Nel chiaro scuro tipico della scuola pittorica secentesca, non c’è sangue a macchiare il corpo del flagellato. La drammaticità è in quella silenziosa e lieve torsione del corpo sotto i colpi. Silenzio e solitudine. Una delle più belle opere del Caravaggio, a mio avviso, il pittore del Dio che vive e soffre nella storia degli uomini e parla alle loro coscienze.
L’esposizione di dipinti, dal titolo Dialoghi intorno a Caravaggio ha come fulcro quest’opera, che - pur
non appartenendo alle collezioni reali – è simbolo dell’arte e della pittura
napoletana del Seicento. L’evento è a cura di Mario Epifani e Sylvain Bellenger
direttori rispettivamente del Palazzo Reale di Napoli e del Museo e Real Bosco
di Capodimonte sarà aperto al pubblico fino al 9 maggio.
(stedeb)